Sabato scorso sono stato al parco faunistico "Le Cornelle" (www.lecornelle.it) di Valbrembo, vicino a Bergamo; bellissimo (anche se vedere certi animali in spazi che, per quanto ampi, sono comunque troppo ristretti mette addosso una profonda tristezza). Tra gli altri, ho visto leoni molto rari, le famose tigri bianche, puma, ghepardi, orsi.
Tornato a casa ho immaginato una scena strana: un ragazzo di 19 anni si avvicina al recinto dei leoni; ignora i cartelli di pericolo che invitano a stare dietro le protezioni, varca la robusta staccionata che separa i visitatori dalla gabbia, si arrampica sull'alta rete metallica e si getta tra i felini; felini solitamente non aggressivi, anche perché accuratamente nutriti a intervalli regolari e sicuramente resi relativamente mansueti dalle comodità e dalla sedentarietà di quel tipo di vita poco naturale; felini che però, questa volta, avvertita l'invasione del loro territorio, attaccano il ragazzo e lo sbranano. Intervistati dalla stampa, i parenti fanno sapere che si trattava di un bravo ragazzo, sensibile e dolcissimo, e che probabilmente era la prima volta che si arrampicava sulla gabbia dei leoni. Voi penserete che nulla si può fare di fronte all'imprevedibilità di simili eventi. Ma voi siete troppo ingenui: il giorno dopo parte una spedizione per abbattere i leoni killer.
Follia? In qualunque Paese sì, in questo Paese no.
Nei giorni scorsi, durante un rave party tenutosi a Segrate, vicino a Milano, è morto un diciannovenne per una overdose dovuta a un mix di alcool e droghe sintetiche. Le televisioni nazionali e locali si sono affrettate a intervistare i parenti che descrivevano il defunto come un bravo ragazzo, sensibile, dolcissimo, e che probabilmente aveva partecipato a una manifestazione del genere per la prima volta. Nel frattempo è partita la caccia agli spacciatori killer.
La vera tragedia è che ne è morto uno solo.