Spessissimo ci sentiamo ripetere frasi del tipo "non si deve mai generalizzare" o "generalizzare è sbagliato". Ma perché mai dovrebbe essere sbagliato generalizzare? Caso mai è sbagliato generalizzare male.
La generalizzazione è un'operazione logica, uno strumento, e dunque, come tutti gli strumenti, non è un qualcosa di sbagliato o giusto in sé, dipende da come esso viene utilizzato; un po' come se pretendessimo di appiccicare le stesse categorie di giusto/sbagliato a operazioni aritmetiche come l'addizione, la divisione, ecc.; le operazioni non sono giudicabili in questi termini, possono essere applicate male e fornire risultati errati (ma, con apparente paradosso, a volte anche giusti) o possono essere applicate bene e fornire risultati corretti.
La generalizzazione è una normale, ineliminabile e soprattutto potentissima attività del pensiero umano attraverso la quale, sulla base dell'osservazione delle caratteristiche di un campione ristretto di elementi tratti da un insieme più vasto, arriviamo a estendere quelle caratteristiche a tutto l'insieme.
Ad esempio, dopo aver visto un sufficiente numero di Svedesi, e aver constatato che i loro capelli sono per lo più biondi, ci sentiamo di estendere il concetto di biondo all'intera popolazione. La potenza di questo strumento è nel fatto che possiamo arrivare a conclusioni generalmente corrette su di un'intera popolazione come quella svedese senza dover osservare, uno per uno, i suoi oltre nove milioni di abitanti.
Su questo concetto di opportuna campionatura si basano, tra l'altro, tutte le indagini statistiche che i mezzi di informazione ci propinano ogni giorno. Per fare un esempio, per conoscere i gusti televisivi di 58 milioni di abitanti si studia il comportamento di non oltre duemila individui, naturalmente scelti con accuratezza in modo casuale.
Chi pensa sia sbagliato generalizzare probabilmente, ma erroneamente, è convinto che il contenuto di una generalizzazione debba essere vero per l'intera popolazione in esame. Ma è evidente che le cose non stanno così, una generalizzazione è invece corretta quando esprime un contenuto di verità valido per la maggioranza degli elementi di un insieme, non per la loro totalità; il fatto che maggioranza e totalità coincidano può solamente essere un curioso caso di teoria, una fortunata coincidenza, ma nulla di più.
Se ad esempio dico "Bolzano è più fredda di Barcellona" sto facendo una generalizzazione corretta. Nel 50% +1 dei giorni di un anno è sicuramente vero che la temperatura media di Bolzano è più bassa di quella di Barcellona; il fatto che in alcuni giorni si verifichi il contrario non inficia la veridicità della generalizzazione.
Una generalizzazione si può costruire partendo da un'affermazione assoluta con l'aggiunta di avverbi come generalmente o mediamente. Nel linguaggio parlato, più impreciso di quello logico e matematico, questi avverbi sono spesso omessi.
Si tende appunto a dire "Bolzano è più fredda di Barcellona" piuttosto che "Bolzano è generalmente più fredda di Barcellona". Da notare che se volessimo usare il rigore logico la frase "Bolzano è più fredda di Barcellona" è sbagliata in quanto esprime un concetto assoluto (il fatto che Bolzano sia sempre più fredda di Barcellona) ragionevolmente falso (è poco probabile che in tutti e 365 giorni di un anno a Bolzano faccia più freddo di Barcellona).
Inutile dunque mettere al bando il potere e la flessibilità delle generalizzazioni, è invece importante abituarsi a fare generalizzazioni corrette. E per farlo è necessario avere a disposizione informazioni di tipo corretto.
Se vado tre giorni in vacanza a Portofino e da lì pretendo di esprimere un giudizio su tutta la Liguria sto certamente facendo una generalizzazione sbagliata. Se parlo pochi minuti con una persona e comincio a emettere giudizi assoluti sulla stessa sto certamente facendo una generalizzazione sbagliata, anche se potrei essere fortunato e carpire il suo vero carattere.
Generalizzare correttamente non è poi così difficile anche se di errori ne verranno sempre commessi, in buona e cattiva fede. Ma siamo umani e delle generalizzazioni non possiamo farne a meno. Affermare il contrario sarebbe come dire che è giusto mettere al bando i coltelli dalle nostre cucine solo perché qualcuno li ha utilizzati e li utilizzerà per sgozzare altri esseri umani.
Come sempre è una questione di numeri e proporzioni.