Alcuni anni fa mi trovavo in Estonia, ci ero già stato almeno una dozzina di altre volte, ma quella era la prima permanenza poco prima di un periodo di elezioni. Ed è stata un'opportunità illuminante per osservare come le campagne elettorali vengono gestite in quel piccolo grande Paese; Paese che la maggioranza degli Italiani non riesce nemmeno a collocare geograficamente e di cui ignora la capitale (figuriamoci le vicende storiche recenti).
Nessun manifesto per le strade, ma grandi tabelloni elettronici dislocati nelle arterie a maggior scorrimento automobilistico, con le effigi e gli slogan dei vari candidati. Una pulizia e una compostezza estrema.
In questo periodo in Italia è di nuovo periodo elettorale. Lo so, vi viene già da ridere, vero?
Prepariamoci alle ordinarie scene di decine di migliaia di manifesti affissi ovunque fino a ricoprire ogni millimetro quadrato degli enormi e ingiustificati spazi messi a disposizione di partiti e candidati (ma che poi inspiegabilmente finisco per estendersi illegalmente a muri, monumenti, ecc.).
E prepariamoci alla grande battaglia di chi farà a gara per incollare il proprio manifesto sopra quello degli avversari, con un crescendo che negli ultimi giorni utili sfiora il parossismo (e la comicità).
Piccole differenze che nel frattempo hanno scavato un abisso.