Qui da noi, se in un periodo come questo il meteorologo ci prospetta una giornata di sole sappiamo bene cosa ci aspetta: respireremo nebbia a pieni polmoni. Sono le leggi della Padania della Grande Pianura, quella in cui sono nato, quella che mi ha nutrito, anche di nebbia. E chi è nato qui la nebbia ce l'ha nel cuore; inutile opporsi, ci devi convivere, e dunque tanto vale che l'ami.
Giornata perfetta per andare a Sud, magari oltre Piacenza, come abbiamo fatto oggi. A sud di quella fetta d'Emilia che sa ancora tanto di Lombardia c'è un posto magico: è la valle omonima scavata dal corso pietroso del fiume Trebbia; luoghi fatti di colline dolci e infiniti castelli, luoghi di salumi squisiti e vini sinceri. Si scende lungo la statale 45, si passano i piccoli comuni di Quarto, Settima, Ottavello e Niviano (di chiare origini romane) e si arriva a Rivergaro, la prima tappa, e da lì giù fino a Bobbio, che poi è su se parliamo di altitudine. Impossibile non restare incantati da un posto come questo: l'Abbazia di San Colombano con il bel campanile, il Duomo e il suggestivo ponte Gobbo.
Ritornando verso Milano conviene seguire un percorso diverso: indietro per la stessa strada fino a Travo, e qui si passa a sinistra del fiume, dove comincia una bella panoramica che porta prima al castello di Statto e poi a quello di Rivalta Trebbia; si prende la direzione di Borgonovo Val Tidone e varcato il Po si rientra in Lombardia dal suo lato pavese, lungo la sempre troppo stretta statale 412. Pieve Porto Morone, Santa Cristina, Inverno, Valera Fratta e su fino a Landriano. Sono i nomi che molti anni fa leggevo tra le destinazione delle vecchie corriere della linea SGEA. Cala di nuovo la nebbia, la Indrė si è addormentata al mio fianco e a tenermi compagnia tanti ricordi di un tempo lontano.