Stiamo completamente perdendo il contatto con la Natura e i suoi ritmi. Basta entrare in un supermercato e capire che i prodotti esposti (a partire da frutta e verdura) non sono più correlati al nostro territorio e al fondamentale ciclo delle stagioni. I bambini non sono più in grado di stabilire il legame automatico che, per esempio, c'è tra latte e vacche o tra uova e galline (anzi, guai a chiamarle vacche, meglio dire mucche, no?).
Perché succede tutto questo? Non è facile rispondere ma di certo, come esseri umani, ne usciamo in tutta la nostra stupidità. Stiamo diventando esseri artificiali, stiamo andando verso una progressiva e lenta autoimpiccagione. La mutazione è in atto, le multinazionali ne sono gli organismi di sponsorizzazione.
Per contro, e per fortuna, va aumentando tra alcuni di noi la coscienza delle possibili conseguenze negative già su un orizzonte di breve periodo. Si sta facendo il possibile per invertire la tendenza e tornare a vivere in modo più lento e naturale.
E poi c'è la politica che in questo stramaledetto Paese assomiglia sempre più alla Chiesa: vive in un mondo parallelo, ovattato, in costante ritardo con la realtà. La politica è ancora divisa sulle questioni ambientali, sulle urgenze e le grandi problematiche contemporanee. La cosiddetta Italia, nel suo cronico immobilismo, scala tutte le classifiche di negatività, superata anche dai nuovi membri dell'Unione.
Invece per le cose importanti dovrebbe funzionare come nel mio paesello; quando vado a comprare il latte fresco a 1 euro nell'azienda agricola del mio amico Nando ci trovo gente di sinistra e di destra; ci trovo Padani e Italiani, cristiani e musulmani, credenti e atei. La Terra è uguale per tutti, o no?