Oggi ho preso la decisione di re-iscrivermi all'università. Mi mancano tre esami, non molto, ma non si tratta di una scelta così facile o scontata per chi come me soffre di attacchi di panico e deve conviverci da anni. Il tempo insegna certi trucchi e aiuta a vivere un po' meglio, ma non cancella la paura.
Sono stato in segreteria, che nel frattempo ha cambiato sede, e ho trovato un ambiente ordinato, efficiente, con gente che parla anche Inglese e dove dietro gli sportelli degli operatori (in stile un po' banca, un po' call centre) l'impiegata terrona che ha passato la trentina capisce anche un po' di Milanese. Ma il segno dell'italica burocrazia è anche lì. Per ora ho compreso benissimo che dovrò pagare un sacco di tasse per gli anni in cui non sono stato iscritto, ma il perché debba pagare (dato che non ho usufruito di alcun servizio) non mi è chiaro. Un altro esempio di truffa mascherata.
Ho guidato sotto un cielo azzurro, nel fresco mattutino della primavera, Sloe Gin del grande bluesman Joe Bonamassa in sottofondo. Pensando al bel film di ieri sera ("Into The Wild"), al mio passato, al mio futuro, alla Danimarca, all'ultimo pacco tirato dal buon Steve lunedì sera.