Ho visto "Into The Wild" (2007), di Sean Penn (che ha curato sia la regia che la sceneggiatura).
Il film è la trasposizione di "Nelle Terre Estreme" (1996) di Jon Krakauer e racconta la storia vera di Christopher McCandless, un ragazzo di famiglia benestante dell'ovest degli Stati Uniti che, dopo la laurea, dona il suo denaro in beneficenza, assume lo pseudonimo di Alexander Supertramp e abbandona il conformismo e gli inutili agi della modernità consumistica made in USA per intraprendere un'avventura solitaria verso le ampie e fredde distese dell'Alaska, dove verrà poi trovato morto.
È la storia di un viaggio, reale e spirituale, interiore ed esteriore, lungo il quale Christopher incontra altri viaggiatori le cui vicende umane finiscono per legarsi fortemente alla sua.
Tanti, in realtà, i temi che si mescolano in questa pellicola, ma il risultato finale è di grande fascino, profondità ed emozione. Certe scene ti rimangono addosso per parecchie ore e ti fanno riflettere. Non si pensi a qualcosa di leggero, è la storia di un dramma, innalzato e nobilitato dalla bellezza della natura e dal senso infinito della libertà.
Particolarmente azzeccata la scelta di Eddie Vedder per le musiche.
Vale la pena di vederlo. In Toscano il fim è stato tradotto "Nelle Terre Selvagge", ma nulla può rendere davvero il senso del termine inglese into.