Immaginate un padre modello, stimato e di provata rettitudine, che impedisca al figlio di 10-12 anni di frequentare certe amicizie, ritenute pericolose e fuorvianti. Una scena di logica normalità.
Immaginate ora un padre settantenne, noto per i sui trascorsi criminali, che, dietro ritorsioni nemmeno tanto velate, impedisca al figlio quarantenne (dunque nel pieno della maturità) di frequentare certi personaggi, in quanto... buoni. So cosa vi frulla per la testa, state pensando che questo non può accadere, o se accadesse, sarebbe allo stesso tempo assurdo, comico e tragico.
Ma è accaduto poco tempo fa, anzi accade ogni giorno. L'esempio a cui mi riferisco è ben noto, ma è già scivolato giù dalle nostre coscienze.
Nel Dicembre 2007 il Dalai Lama è stato in visita in questo Paese (la cosiddetta Italia); il capo del Governo di allora (Prodi) non lo ha ricevuto (lo stesso hanno fatto il capo dell'opposizione Berlusconi e il Papa; quest'ultimo, pare, per mancanza di posto in agenda).
Il massimo rappresentante dei Tibetani, persona riconosciuta anche dalle pietre come guida spirituale di un popolo e di una religione-filosofia tra le più profonde e pacifiche del pianeta, non trova udienza presso il capo di Governo di una Stato fondatore della UE. La Cina (la più grande autocrazia al mondo) ha posto il veto e questo Stato coniglio ha piegato la schiena, subito.
Fatti veri di Storia contemporanea. Meditate gente.
Se il futuro sarà migliore, questo diverrà un caso-scuola di interrelazioni manifeste tra dittature realmente forti e democrazie realmenti deboli.